L’uomo perbene

L’articolo coltiva l’ambizione di analizzare questo grande salto, tra l’uomo qualunque e l’uomo perbene, cercando di vincerne le vertigini e le difficoltà in essere. Lo scrivente non è ne un sociologo, ne un filosofo e nemmeno uno psichiatra, al massimo uno psicomico. Sfidando i neuroni degli altrui soggetti che hanno cattedre e sedie ben più solide delle mie, da buon falegname delle parole e osservatore dei costumi sociali, mi sono preso la briga o se vogliamo, la briglia di provarci.

L'uomo qualunque è parte dello spettacolo, l’uomo perbene è lo spettacolo, considerato che siamo una società che profila e targettizza i suoi appartenenti.

Dagli anni 70 ai cazzi nostri…

Gli anni 70/80 sono stati anni di ricerca, talvolta edonistici o dionisiaci ed eccentrici... anni dove l’estetica viveva una dimensione anarchica e la moda rifioriva dei suoi Fiorucci. Gli anni 90/2000 sono stati anni economicamente difficili, berlusconianamente facili, musicalmente insopportabili, fatti di tasse patrimoniali sui conti correnti, di esplosioni e commistioni, di autoradio sotto le braccia e di telefonini nelle mani. Il ventennio degli anni 2000 si è definito in anni, dove per rotture di scatole, si intendono le scatole del router…viviamo in anni interconnessi a molti nessi. Il linguaggio cambia le sue sonorità, a cominciare dal rumore delle tastiere… Le qualità da virtuose sono diventate virtuali, già al risveglio gli smartphone hanno sostituito le sveglie, le applicazioni, da forme di decorazione sono diventate forme di manipolazione.

Riferimenti all'oggi

Oggi hanno tutti una così precipitante fretta che anche il tempo ha aumentato le sue precipitazioni meteorologiche.

Il caro prezzi impatta anche sui modi di dire: se una volta era consigliabile non mettere il carro davanti ai buoi, oggi il carro è cosi caro che si affitta o si condivide, prima di eventualmente metterlo davanti ai buoi..

Comunismo, capitalismo, qualunquismo, perbenismo, l’albero ideologico e genealogico dei costumi sociali è sempre meno ideologico e sempre più biologico.

L'uomo qualunque

L'uomo qualunque, prima ancora di essere stato un movimento, poi un partito politico è stato un soggetto qualunquistico, che esprimeva sfiducia e diffidenza verso l’universo circostante. Rappresenta il profilo psicologico di un soggetto facilmente strumentalizzabile, ascrivibile alla base elettorale di neomovimenti politici, destinato al guinzaglio, più che alla benda sugli occhi. L’uomo qualunque parla per intrattenere più che per relazionarsi, nel sociale mantiene sempre la sua individualità.

Dall’uomo qualunque all’uomo perbene è stato necessario un processo di azzeramento sociale e pauperistico, necessario per un ripristino sociologico e intellettuale dell’individuo. Del resto, affinché le cose diventino tali, devono sempre essere a favore di vento…

Nella società di oggi l’arte è come il latte, è diventata un prodotto a lunga conservazione, disponibile per tutti. Si svuotano le menti , si riempiono i musei, si legge di meno si pubblicano più libri, l’arte delle contraddizioni è l’evoluzione dell’arte contemporanea.

Siamo la società degli oracoli, dall’oracolo di Delfi a Umberto Galimberti, da Abu Bakr uno dei più importanti sufisti della storia a Kelly Slater il piu’ grande surfista di tutti i tempi….
Viviamo una società che passa dal sufismo al surfismo senza perdere la sua onda.

E in questo grande spettacolo di società che si è riprodotto l'uomo perbene, amico di Siri, ma anche dei siriani……è un soggetto altruista, sensibile, predisposto al volontariato, all'economia dello scambio ed anche alle 5 stelle su TripAdvisor.

L’uomo perbene è l’uomo al quale daresti le chiavi di casa, la fidelity card di Esselunga, è l’uomo al quale passeresti la password del tuo router in caso di una fisiologica necessità connettiva. E’ l’uomo che vive e amplifica l’economia del sociale, che sperimenta l’affitto di una propria stanza e condivide la propria auto per un viaggio. È un uomo.. a volte meno, le cui generalità sessuali e anagrafiche non sono il suo primo tratto di riconoscimento. È flessibile, come le opportunità lavorative che lo circondano. Può essere sensibile nella sua vegeterianità, transgender nella sua mutualità. E’ sensibile, altruista, tanto da condividere il suo account di Netflix.

L’io si è incarnato in ii… l’uomo perbene si massifica in tante sottocategorie, il concetto di amicizia svanisce per connettersi nell’esperienza della conoscenza, virtuale e reale. L 'uomo perbene vive in una società di superficie, nella quale le poche librerie rimaste si estendono nei piani sotterranei degli edifici, rifuggono la superficie, la cultura della pagina scritta si esprime sempre più nell’oblio che nella superficie delle città. I quartieri gentrificano anche le menti di chi vi abita e il “caro” degli affitti è sempre davanti all’uomo perbene, in sostituzione dei buoi, che li paga.

In una società cosmopolita, dove si tappano oramai tutti gli orifizi, l’uomo perbene ha tappato gli ultimi rimasti liberi, precisamente quelli delle orecchie, introducendovi auricolari connessi in Bluetooth. L’uomo qualunque era plasmato dalla società, l’uomo perbene dalla connettività, è amico di tutte e di tutti a seconda se si trova su Tinder o Istagram.
 
Il profilo dell’uomo perbene non è quello tratteggiato dalla sua faccia, ma è quello di Instagram o di Linkedin … la chirurgia estetica si accompagna con la chirurgia statica delle reti sociali, dove nulla invecchia, al massimo si cronologizza, già perché l’uomo qualunque professa il suo attivismo attraverso le maledizioni, l’uomo perbene manifesta il suo processo attraverso le meditazioni.

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